Ipermnesia e falsi ricordi. Come ricostruire il nostro passato

Ipermnesia e falsi ricordi
Ipermnesia un processo indotto dall’ipnosi per ricostruire i fatti, per fare riaffiorare alla memoria, episodi e storie del passato. Nello scorso articolo, abbiamo sperimentato una sorta di esempio di oblio ipnotico. Proseguiamo nel filone di questa difficile e delicata branchia della psicologia. Leggiamo e capiremo anche oggi qualcosa di più e di più sorprendente.
Chi si ricorda cosa ha mangiato 35 anni fa?
Se ora chiedessi ad un mio coetaneo di ricordare cosa aveva mangiato a colazione il giorno del suo sesto compleanno, cosa indossava o semplicemente dove era seduto a tavola, mi risponderebbe probabilmente in questo modo: “Ma era trentacinque anni fa!”. Non potrei dargli torto, d’altronde perché ricordare una cosa così poco rilevante? Se però, avessi avuto la possibilità di fargli quella stessa domanda durante un’induzione ipnotica, questa avrebbe avuto per lui una valenza molto diversa. Quasi sicuramente avrebbe cominciato a rivivere i propri ricordi per darmi la risposta.
Questo avviene perché durante la trance ipnotica, è facile che si verifichino processi di regressione. Ci potremmo facilmente trovare a parlare con quel bambino di sei anni che il giorno precedente ha compiuto gli anni e che non vede l’ora di raccontarci non solo cosa ha mangiato per colazione o il posto in cui sedeva, ma l’intera giornata di festa. Lo fa perché a differenza dell’adulto questi si rende conto che quel compleanno rappresenta un elemento importante, dopotutto è il suo primo sesto compleanno! Nonché il culmine di tutta la sua vita.
Memorie-stato dipendenti e induzione ipnotica
A tal proposito Ernest Rossi, parla di memorie stato-dipendenti. Sono poche le persone che ripercorrendo una particolare strada, sentendo un particolare odore o una particolare canzone non hanno mai avuto l’esperienza di un ricordo lontano che torna alla mente. Per far riaffiorare i ricordi e permetterne la consapevolezza cosciente, l’induzione ipnotica è da considerarsi strumento elettivo.
Va detto però che i ricordi riaffiorano facilmente soprattutto quando non hanno una valenza negativa. Diverso è il caso in cui elementi di somiglianza si associano ad esperienze per l’individuo particolarmente traumatiche. In tal caso quel particolare rumore, odore, suono è facile che porti a stati di malessere generale, sensazioni di paura o addirittura panico senza che la persona sia minimante in grado di darne spiegazione.
La “memoria esplicita” e la “memoria implicita”

Oggi sappiamo che le funzionalità dell’Ippocampo sono inibite dalla produzione di ormoni legati allo stress. Per questo motivo, spesso non si ricorda nulla di quello che succede a seguito di una forte emozione o shock emotivo (ne è un esempio la sindrome post traumatica da stress (PTSD). La memoria “esplicita” ha difficoltà nel registrare quell’informazione. Resta comunque, in tali situazioni una parte di memoria “implicita” che ha la capacità di riattivare quelle stesse emozioni/sensazioni sgradevoli lì dove dovesse riconoscerne punti di collegamento con alcuni elementi dell’esperienza attuale.
Il terapeuta che utilizza l’Ipnosi quindi deve stare particolarmente attento nel costruire induzioni che vadano a richiamare un particolare ricordo, prestando attenzione soprattutto alla salvaguardia della sicurezza del paziente.
Rivivere l’esperienza in terza persona
Spesso quando c’è la percezione che il riaffiorare di un ricordo possa portare a stati di estrema sofferenza è raccomandabile utilizzare tecniche specifiche che ne riducano l’impatto emotivo ma che al contempo ne lascino intatta l’esperienza. Un esempio potrebbe essere quello di rivivere l’esperienza in terza persona, come il trasformarsi in “un passante che si trovasse in quel momento ad assistervi mantenendo sempre quella distanza di sicurezza tale per non esserne coinvolto”. Deve essere altresì consapevole che, come spesso accade anche durante le esperienze oniriche del sogno, la persona può mettere “in scena” processi inconsci spesso collegati a fantasie (positive o negative) e che queste possono interferire nel ricordo addirittura falsificandolo.
Il processo dell’ipermnesia
Nell’ipnosi, il processo dell’ipermnesia volta a ricostruire il ricordo dei fatti, non rappresenta quasi mai la realtà dell’accaduto inteso come mera “fotografia dell’evento passato”. Va vista comunque come una sua “buona approssimazione”. La validazione del ricordo quindi deve essere sempre verificata attraverso l’analisi della prova, dovendosi esercitare in questi casi il massimo della prudenza, che è anche uno dei motivi del perché in giurisprudenza (in Italia) l’interrogatorio sotto Ipnosi non è ammesso ai fini processuali.
La domanda più scottante
Ho lasciato per ultima la domanda più “scottante” che spesso mi viene fatta quando parlo di questi argomenti. Cioè se credo a quei resoconti dove si rammentano ricordi di vite precedenti sotto ipnosi. Ci sono illustri colleghi che credono fermamente a questa possibilità. Il più famoso di cui sicuramente qualcuno di voi avrà sentito parlare è il dott. Brian Weiss, psichiatra statunitense che applica il metodo dell’ipnosi regressiva proprio a tal scopo. Quello che mi sento di dire è che per il soggetto che sperimenta questa realtà, tale esperienza è senz’altro vera. Nel senso che rimane impressa e risulta indistinguibile dagli altri ricordi che però hanno il vantaggio per loro natura di poter essere verificati a posteriori e quindi validati (esempio, ricordare la targa di un’auto che dopo un incidente si è dileguata).
I falsi ricordi
Ricordi particolari come le esperienze di vita precedenti, non si prestano a tale indagine. Quindi non si potrà mai escludere l’influenza di quei processi inconsci pocanzi trattati i quali possono trasformare quel ricordo in un “falso ricordo”. Vorrei aggiungere inoltre che tutto quello che viene riportato come ricordo di esperienze sotto i 3 anni di età, data la natura stessa del cervello e di come si struttura il sistema mnemonico (la memoria episodica si forma a partire da quell’età), ha sicuramente sempre valenza ai fini terapeutici (nulla viene detto per caso), ma difficilmente può essere interpretata come mera realtà dei fatti.
L’ipnosi è sicuramente uno strumento utile e valido per recuperare informazioni passate perse. Lo è soprattutto in ambito terapeutico, perché il fatto che si tratti di un ricordo reale o meno in nessun caso va a discriminarne l’utilizzo.

Psicologo Psicoterapeuta specializzato in Ipnosi Ericksoniana
