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Il Muro di Berlino 34 anni dopo

Non c’è solo il Muro di Berlino

Muro di Berlino: il muro
(PDM 1.0 DEED) By Gabriele Spalla

Forse il Muro di Berlino è il più noto, ma nel mondo esistono circa 70 muri che tracciano i confini tra due o più territori. Il motivo della costruzione di tali barriere sono per lo più politiche e tendono ad abbattere in maniera drastica e molto spesso violenta, il traffico illegale di armi e droga, nonché il passaggio di terroristi e il commercio di “merce umana”. In realtà, il più delle volte, queste recinzioni o muri sono realizzate per evitare il passaggio di clandestini da uno stato all’altro.

Fuga per la libertà

L’attraversamento di certe barriere molto spesso è dettato dalla povertà o da certi regimi oppressivi da parte di autorità dittatoriali. Le fughe da certi luoghi è quasi sempre una “fuga per la libertà e dalla miseria” e non è mai indolore. Chi si accinge ad oltrepassare certi sbarramenti sa che potrebbe andare incontro alla morte o, nelle “migliori delle ipotesi”, a conseguenze che li segneranno per il resto dell’esistenza. La fuga per una vita migliore, più agiata, più libera, è stato, per 28 anni, il sogno dei 2 milioni di abitanti rinchiusi nel più tristemente famoso Muro di Berlino: uno strumento di terrore che è diventato negli anni, un architrave della cultura pop occidentale. Ma non dobbiamo dimenticare le ancora attuali barriere esistenti al mondo.

I Muri più noti

La “Zona demilitarizzata” tra le due Coree (250 km di rete);
Peace lines” a Belfast per mantenere separati i cattolici e i protestanti dell’Irlanda del Nord;
Linea verde” – 180 km di muro – che separa Cipro dalla Repubblica Turca;
la “Barriera” tra India e Bangladesh costituita da 4.000 km di mattoni, reti e filo spinato;
la “Barriera di Tijuana” tra Stati Uniti e Messico lunga 1.083 km…
e si potrebbe andare avanti citando paesi, regioni e città in ogni angolo del mondo.

Il Muro più conosciuto nella memoria storica del mondo intero, resta quello di Berlino, il “Berliner Mauer”. Il suo nome di “battesimo” è in realtà “Antifaschistischer Schutzwall” – muro di protezione antifascista. Ma andiamo con ordine nel raccontarvi brevemente questa “odissea” dei tempi recentemente passati.

Quello di Berlino è nato da una grande bugia

By PeterDargatz

È il 15 giugno del 1961, Berlino è divisa in quattro parti, così come era stata divisa alla fine della II guerra mondiale. Tre parti erano sotto il dominio delle potenze occidentali – Francia, Regno Unito e Stati Uniti – e una quarta parte sotto il dominio dell’Unione Sovietica. Il problema geograficamente politico è che Berlino è proprio nel mezzo della Germania Est e si ritrova ad essere un enclave occidentale all’interno di un regime socialista. Tra il 1948 e il 1949 i Tedeschi dell’Est e i Sovietici provano ad assediare Berlino Ovest con quello che fu definito il “Blocco di Berlino”, ma il tentativo fallì ed oltre 2,5 milioni di Tedeschi dell’Est ripararono a Ovest (per lo più scienziati, professori universitari, medici, ingegneri).

Per evitare la fuga “serve un muro”

Walter Ulbricht capo di Stato della DDR (Deutsche Demokratische Republik) e Segretario del Partito Socialista Unitario, il 15 giugno 1961 rilascia un’intervista nella quale dichiara che “nessuno ha intenzione di costruire un muro per evitare che chiunque abiti a Est possa recarsi ad Ovest…”.
Una frase sibillina, ad effetto, detta d’un fiato pur sapendo di mentire. Una frase che se avesse avuto una virgola avrebbe fatto intendere le reali intenzioni di Ulbricht. 

Meno di due mesi dopo, il 13 agosto del 1961, i berlinesi dell’Est si svegliano circondati da torrette di guardia e filo spinato. È l’inizio di una segregazione durata 28 anni: famiglie, amici, fratelli e fidanzati divisi, dovranno aspettare 10 anni prima di vedere istituite linee telefoniche tali da permettere di comunicare tra Est ed Ovest.

Nel tempo venne terminato step by step il vero e proprio muro così come lo ha conosciuto la memoria storica del mondo intero. Ma dalla parte occidentale era possibile vedere solo un alto muro in cemento riccamente “affrescato” da graffiti dei più famosi graffitari del mondo. Quello che c’è all’interno di questa linea di confine è “devastante”. Oltre il muro per tutto il perimetro vi è un secondo muro interno e tra questi la cosiddetta “zona della morte”, uno spazio assolutamente vuoto della larghezza di alcune decine di metri, che al calare delle tenebre e fino all’alba era illuminato a giorno.

Vista dall’alto rappresentava la “linea luminosa di confine”. La zona della morte era stata creata per abbattere ogni tentativo di fuga verso l’Occidente. Ma ad essere “abbattute” furono le centinaia di vite umane che nel tentativo di evadere hanno riempito la “zona” di sangue. Secondo l’associazione Arbeitsgemeinschaft 13. August, che gestisce il museo del Checkpoint Charlie, le vittime sarebbero “ufficialmente” 245. Secondo fonti ufficiose se ne contano invece oltre 2.000.

La guerra fredda

Muro di Berlino:  il bacio tra l'ex leader Urss Leonid Brezhnev e il tedesco Erich Honecker.
L’opera dell’artista russo Dmitri Vrubel su una sezione del Muro di Berlino, con il bacio tra l’ex leader Urss Leonid Brezhnev e il tedesco Erich Honecker.

Il Muro di Berlino fu uno dei simboli di distinzione dell’era della Guerra Fredda ed ha costituito una barriera sia fisica che ideologica tra Berlino Est e Berlino Ovest dal 1961 al 1989. Il Muro divenne subito un potente simbolo della divisione tra il mondo comunista e quello capitalista. 
La propaganda, seppure controproducente, era impedire l’esodo di massa verso la Germania dell’ovest, dove la vita sembrava più luminosa e prospera. Tuttavia, diventando anche un potente simbolo di oppressione, rafforzò l’idea che la libertà e le opportunità fossero limitate al lato occidentale.

La vita quotidiana a Berlino Est e Ovest durante la Guerra Fredda era molto diversa. A Est era caratterizzata da carenze, spionaggio e paura. Gli abitanti del posto ricordano quegli anni come un periodo di stenti (gli approvvigionamenti delle derrate alimentari erano scarsi), di paura e di freddo. Sentivano di essere spiati: il controllo dello stato comunista era così invasivo che molte persone erano costantemente sorvegliate dalla Stasi, la polizia segreta della Germania dell’Est.

Di contro a Ovest la vita era unica a causa del suo status politico speciale. La città a Ovest era divisa in tre settori con gli americani a Sud, i francesi a Nord e i britannici a Ovest. Gli alleati fecero sentire la loro presenza in tutta la città: c’erano negozi e cinema esclusivamente per i membri delle forze alleate. Inoltre, a differenza della Repubblica Federale, non c’era il servizio militare obbligatorio, il che rendeva la parte Ovest una vera calamita per molti obiettori di coscienza. Anche la vita notturna fioriva grazie all’assenza di orari di chiusura obbligatoria per i bar.

La fuga in mongolfiera

Innumerevoli furono i tentativi di fuga verso l’occidente e molti finirono tragicamente, ma uno fu certamente curioso, audace e ben riuscito.
Hans Strelczyk, un meccanico, e Gunther Wetzel, un muratore, utilizzarono le loro abilità manuali per costruire un pallone aerostatico. Le loro rispettive mogli contribuirono alla costruzione della mongolfiera cucendo insieme scarti di tela e lenzuola. La fuga avvenne alle 2 di notte del 16 settembre del 1979. Insieme ai loro 4 figli le due famiglie riuscirono a volare per quasi 3 chilometri prima che il pallone cominciasse ad avere problemi e perdere quota, costringendoli ad atterrare. Le due famiglie erano scoraggiate, e deluse decisero di far ritorno verso casa quando incontrarono un militare con la divisa occidentale che li informava di essere a Berlino Ovest.
Questa fuga in mongolfiera è diventata una delle storie più famose di fuga da Berlino Est e simboleggia il desiderio di libertà che ha spinto molte persone a rischiare la vita per sfuggire all’oppressione del regime di detenzione con parvenza di libertà.

Curiosità nostrane

Lucio Dalla raccontò di come nacque “Futura”:
“Non avevo mai visto il Muro e mi feci portare da un taxi al Check Point Charlie (l’unica vera frontiera riservata a diplomatici e turisti e, naturalmente super controllata) punto di passaggio tra Berlino Est e Berlino Ovest. Chiesi al tassista di aspettare qualche minuto. Mi sedetti su una panchina e mi accesi una sigaretta. Poco dopo si fermò un altro taxi. Ne discese Phil Collins che si sedette nella panchina accanto alla mia e anche lui si mise a fumare una sigaretta.

In quei giorni a Berlino c’era un concerto dei Genesis, che erano un mio mito. Tanto che mi venne la tentazione di avvicinarmi a Collins per conoscerlo, per dirgli che anch’io ero un musicista. Ma non volli spezzare la magia di quel momento. Rimanemmo mezz’ora in silenzio, ognuno per gli affari suoi. In quella mezz’ora scrissi il testo di Futura, la storia di questi due amanti, uno di Berlino Est, l’altro di Berlino Ovest che progettano di fare una figlia che si chiamerà Futura”.
Dalla non è stato l’unico che ha dedicato una canzone a Berlino. Ricordiamo anche il brano “Alexander Platz” scritto da Franco Battiato e Giusto Pio ed interpretato magistralmente da Milva che in Germania era amatissima.

Il Muro in breve

La costruzione del Muro di Berlino ebbe inizio la notte tra il 12 e il 13 Agosto del 1961 e rimase in piedi per 28 anni fino all’apertura della frontiera e l’abbattimento il 9 settembre del 1989.

Aveva un perimetro di 145 chilometri con un’altezza di 3,6 metri. Vi furono costruite 302 torrette di guardia (una ogni 500 metri) sorvegliata da soldati armati con l’ordine di sparare a vista chiunque tentasse l’attraversamento verso Ovest.

I civili rimasti uccisi nel tentativo di evadere sono ufficialmente 245 ma stime ufficiose parlano di oltre duemila vittime.

Perchè il 3 ottobre

Martedì 3 ottobre ricorre il 33° anniversario dalla firma del trattato di riunificazione delle due Germanie. Questa data è stata scelta come il “Giorno dell’Unità Tedesca” (Tag der deutschen Einheit) e dal 1991 è celebrata come festa nazionale.

Il 9 settembre di ogni anno, come è facile intuire, in Germania si tengono numerose manifestazioni ed eventi di grande richiamo. Tuttavia non è una giornata festiva in cui le attività lavorative sono sospese, ma è, di contro, celebrato il “Giorno del destino” – Schicksalstag – e anche “La notte dei cristalli”Kristallnacht.

Dal 1991 Berlino è diventata capitale della Germania (prima della riunificazione era Bonn).

Per non dimenticare.



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