Funzione “femm”, le ragazze in TV e “il conteggio”
Dalla massiccia copertura mediatica di Olimpiadi e Paralimpiadi alla ripresa del campionato di calcio e delle varie trasmissioni sportive dedicate, Luca Tramontin, al suo solito, offre uno sguardo analitico per la lettura critica individuale che esce dallo schermo TV e arriva alla vita di tutti i giorni.
Funzione “femm”, le ragazze in TV e “il conteggio”
«In quel programma di sport italiano ci sono 3 ragazze, in quello francese anche». «Allora siamo pari».
No, perché nel programma francese fanno l’analisi tecnica, in quello italiano conducono o decorano.
La percezione è diversa. Chiariamoci, nessuna morale contro la decorazione o la bellezza, neanche (ma figuriamoci) con o contro una scollatura birbante in TV, magari non è il mio gusto, ma la questione è un’altra.
Essere percepite come decisive o no. Come i giocatori di rugby polinesiani.
Se scatta un «cosa c’entra?!?» è giustificato.
È importante che oltre al “mostro” Tongano alla Jonah Lomu (cerca il nostro antico speciale su Sport Italia) la Polinesia esprima anche mediani (registi cerebrali del gioco), arbitri, allenatori e presidenti federali. Altrimenti partono le battutone (queste sì sono razziste, non la satira) sulle noci di cocco e il fisicone.
Funziona così anche nell’immigrazione
Da Belluno mi dicono «beh, anche qui ci sono i Keniani» Io rispondo che la vera integrazione passa all’istinto quando copre “visivamente” e quotidianamente tutte le fasce di rapporto.
Se il Keniano è sia cameriere che primario di cardiologia, CHE PIACCIA O NO, CHE SIA ELEGANTINO O NO AMMETTERLO, cambia (in meglio) la nostra visione.
Se lo ammettiamo, magari arrossendo, se lo calcoliamo quando facciamo il casting, possiamo fare qualcosa di decisivo. Quando una bambina (o un bambino) viene scartato dal Judo perché non è bravo c’è un crimine in corso.
E se diventasse un/a gran commentatore/trice? O allenatore/trice? O arbitro/a?
Puoi scartarlo dal Judo (esempio qualsiasi, intendiamoci) ma non dal mondo del Judo.
Meglio essere onesti: «Non farai le Olimpiadi – anche se non si sa mai – ma hai una grossa passione e visione, fai il corso allenatori. E CONTINUA A PRATICARE!».
Le TV, le federazioni, le biblioteche, le riviste come Globe devono passare attraverso una varietà di funzioni e lavorare sui difetti del nostro istinto.
Il conto giusto (se davvero vogliamo bene giocosamente e profondamente all’integrazione) va effettuato con il qualitativo, non con il pallottoliere Cencelli aggiornato alle esigenze televisive e politiche.
E sempre attenti alla battuta bonaria tipo «He he he, loro ce l’hanno nel DNA». Magari un po’ di allegria in più con la satira.
Bisio, Gialappa, Crozza, Cortellesi (ricordi la critica cinematografica che diceva in confidenza «Fammo a capirse… è negro» e la Mapi che faceva favori?) vanno applauditi, spero mai-mai-mai querelati.
Magari ci entra nell’istinto (nella teoria c’è già) che una ragazza possa arbitrare, presiedere, gestire, e magari analizzare lo sport e la satira sportiva.
Autore TV, Scrittore, Atleta