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Forse Asterione e Maria ballano un tango tra le ceneri  

In Punta di Tango – la rubrica di Monica Mantelli

Domenica 30 marzo a Sanremo, Concerto Performance gratuito in pomeridiana all’ Hotel Des Anglais con i musicisti Volodymyr Baran, Riccardo Zallio e Ines Aliprandi e i bailarinos Etnotango Friends

A 60 anni dall’incontro tra Piazzolla e Borges si analizza il destino comune tra la seducente “Maria di Buenos Aires” e il mostruoso Minotauro “Asterione”. Con Ferrer, complice assoluto di un loro tango tra le ceneri.

Asterione e Maria . opera senza titolo
Senza titolo – 2002 Natale Cannelli

1965 – 2025 Asterione e Maria ballano

Nel 2025 il calendario segna una ricorrenza chiave per l’ immaginario onirico e surreale intorno al Tango : esattamente 60 anni fa, nasceva il connubio grandioso tra il letterato più iconico dell’ Argentina e colui che fu definito l’ assassino – per eccellenza – del tango. Eh, Sì, la più grande voce letteraria della bandiera del Sol de Mayo, Jorge Luis Borges, prolifico scrittore e poeta, guardiano cieco della più importante biblioteca di Buenos Aires, demiurgo visionario per il quale il tango era morto negli anni ‘20, e dall’altro “El Gato” Astor Pantaleon Piazzolla, musicista e compositore straordinario, denominato El Tigre del Bandoneon, creatore assoluto di una nuova declinazione del genere tango, grazie a Lui attraversato dalla classica, dal blues, dal rock, dal jazz e da molto, molto altro. 

Nel 1965 infatti questi due giganti di arte e cultura si incontrano, uno ormai anziano l’ altro ancora giovane (Borges era del 1899, Piazzolla del 1921) per creare insieme uno dei più affascinanti dischi di tango di tutti i tempi. El Tango, en Album par BORGES & PIAZZOLLA (Polydor) poi confluito in edizioni successive tra cui Tangos Milongas (Binelli – Jairo – Cruz) (vedasi foto). Borges dichiarerà in quegli anni: “Forse la missione del tango è propria questa: dare agli argentini la certezza di essere stati valorosi, di avere adempiuto ai loro obblighi di coraggio e di onore”. 

Due giganti e un album lunare

L’ unione tra questi due giganti genera un album lunare, con una mitologia di pugnali, canzoni di gesta avventurose in cui i morti rivivono nel tango, e dove, già dal primo brano (El Tango), si ritrovano le melodie piazzolliane de The Rough Dancer and the Cyclical Night cosi come nella Milonga Nocturna quelle di Oblivion, e in altri ancora, i prodromi dell’operita Maria di Buenos Aires realizzata poi con l’ amico Horacio Ferrer. 

L’incontro di Parque del Plata

Ma ora lasciamo un attimo da parte Borges, per porre l’attenzione su un successivo incontro, sempre in quell’anno, di Piazzolla con il suo futuro paroliere Horacio Ferrer. L’affinamento d’anima tra il Maestro e il Poeta uruguayo lievita nella località balneare dia Parque del Plata, dove entrambi si impegnano alacremente per forgiare composizioni sonore e poetiche miste a bagni, pesca e gustose mangiate. Partoriranno poi a Buenos Aires la versione finale di “María de Buenos Aires“, una storia che sgorga dal realismo magico sudamericano di Ferrer e si nutre ardentemente delle partiture elicoidali e geniali colorature di Piazzolla. 

Ma a una più attenta lettura dell’operita, fa capolino l’ ombra dell’ Asteriore narrato da Borges: la drammaturgia di quelle poche pagine dedicate a una rivisitazione elegiaca del Minotauro offre, al neo-tandem musicale e poetico la reminiscenza perfetta per la chiosa finale del plot messo poi in scena in Sala Planeta nel 1968. 

Il pianto del Minotauro. 2023 Natale Cannelli

L’operita Maria di Buenos Aires

L’operita Maria di Buenos Aires si svolge in due atti e 16 quadri, proponendo un libretto denso di simboli e polisemie, con parole lunfarde provenienti da diversi dialetti, allegorie e richiami violenti alla vita metropolitana popolata di ubriaconi, assassini, taglieggiatori e fattucchiere. 

Ambientata nei bassifondi della capitale argentina, l’operita trae spunto da una leggenda che narra della sfortunata María, nata “un giorno che Dio era ubriaco” in un sobborgo miserabile della grande Ciudad. 

Dapprima operaia, dopo essere diventata una cantante di tango, María entra in un bordello e muore ancora molto giovane; nel secondo atto dell’opera, vaga sotto forma di spettro per le vie della città finché non rinasce miracolosamente per dare alla luce una bambina, chiamata a sua volta María, che potrebbe essere lei stessa, chiamata a nuova vita. Una metafora della fondazione e rifondazione di Buenos Aires avvenuta nel 16° secolo, quando la futura capitale dello stato argentino contava appena un migliaio di coloni. 

Il sacro e il profano si intrecciano

Pasifae – 2025 Natale Cannelli

In questa vicenda surreale di morte e rigenerazione, sacro e profano s’intrecciano in un mondo fantastico animato di poesia, musica e danza. Ma questa messa in scena non va concepita solo come un tango coreografato, bensì come occasione per attuare una indagine socio-fenomenologica sui suoi personaggi, in particolare quello di una Donna – Città – Paese (Argentina/Uruguay, non importa) che tratteggia la sofferenza dell’umanità e spalanca un abisso sul nero mistero della morte, dell’amore, della rinascita. 

Per entrare nello spirito di questo capolavoro occorre essere visionari, surreali, “pulp” e provocatori, per dirla in termini cinematografici. Un po’ Fellini, un po’ Buñuel, un po’ Tarantino, un po’ Almodovar. La sensuale María, sedotta dal Bandoneon e dai suoni e dalle malie della città è accompagnata da un Payador (cantante folclorico) e un Duende, uno spirito-folletto che funge da voce narrante e da Puppet Master, manovratore di marionette. 

Come Donna, Maria è tutto: bambina, adolescente, donna, prostituta, madre, vittima, corpo sacro e profano che muore, rinasce, partorisce una nuova donna-María, rinnovando il ciclo mortale e immortale della Vita. Il suo sacrificio è necessario per compiere il miracolo della rinascita. E sul tema delle vittime sacrificali balza agli occhi l’inquietante analogia di destino finale sia dell’ Asterione di Borges che della Maria di Piazzolla/Ferrer. 

La casa di Asterione

Paesaggio con ruderi -2020 – Natale Cannelli

Ne “La casa di Asterione”,( pubblicato nel 1947) l’ Io narrante del racconto inserito nella raccolta de L’Aleph, palesa chiaramente quanto sia intenso il suo desiderio di annientarsi per scappare dalla vìta neĺ labirinto, sua condanna eterna : (cito “se il mio udito potesse percepire tutti i rumori del mondo, io sentirei i suoi passi. Mi portasse in un luogo con meno corridoi e meno porte! Come sarà il mio Redentore ?“). Il poveŕo Minotauro (mezzo uomo e mezzo toro), nel tentativo di accogliere le sue/suoi Predestinate/i, le/li rende vittime sacrificali, perché la sua forza è così dirompente da stritolarle/i. E tutto questo avviene ciclicamente, ogni nove anni, fino all’arrivo di Teseo che grazie al filo rosso di Arianna riuscirà a liberarsi dal gioco perverso del labirinto, e freddare la Creatura. 

Maria di Buenos Aires

Similarmente nell’operita “Maria di Buenos Aires” c’è Lei, Femmina, che nasce dagli antri oscuri e melmosi (una Lilith?), e che diventa “mangiatrice” / temuta fagocitatrice di uomini ( cito, Quadro 1, “che tu sia maledetta tra tutte le donne /che tu sia maledetta tra tutte le donne” ripete ossessivamente il Duende ). E proprio Maria, la giovane ammaliatrice, finirà con l’essere uccisa pure lei come l’ antichissimo Minotauro, vittima come lui di un “ruolo karmico” a cui non vuole più soggiacere, confidando invece in una nuova vita (cito in MdB.A (Quadro 6) “E sarò un resto di cenere di tango/e il mezzo amore, di finale, mi farà l’ occhiolino / e, ancora, arderò per due monete un’altra vita /sopra una lunatica piega di reggiseno.”). 

Nella seconda parte dell’operita infatti, Ferrer fa letteralmente rinascere Maria dall’ombra di sè stessa e il fantasma di lei partorirà una figlia che sarà chiamata con lo stesso nome della madre e che riscatterà la vita della precedente genitrice. María è – lo abbiamo gia detto – l’allegoria di Buenos Aires, come ammetterà anche la stessa Milva, alla quale Piazzolla regalerà la partitura, dedicandogliela. 

Asterione e Maria “essere malevi”

Dunque sia l’Asterione di Borges che la Maria di Piazzolla – Ferrer sono due esseri “malevi” in grado di detenere il Potere del Controllo e della Distruzione (non solo fisica, ma anche emozionale) – chi della forza bruta, chi del sesso – ma che in realtà poi muoiono per loro stesso consequenziale e inevitabile desiderio di liberazione. 

Sia nel racconto dell’Asterione che nell’operita Maria di Buenos Aires emerge chiaramente che è la Morte la vera salvezza vivificante dell’Essere, il quale si sente finalmente libero da se stesso (cito, nelle ultime righe de l’Asteriore: ” Lo crederesti, Arianna? disse Teseo. “Il Minotauro non s’ è quasi difeso”).

E per l’ operita di Piazzolla, la resa all’oblio finale della seducente protagonista è ancora più plateale di quella del mitologico mezzo toro (cito, Quadro 9, “Maria di Buenos Aires morì per la prima volta; /glie lo fecero sapere – era tardi -con le loro smorfie funeste/ un pugnale e un sonaglio da funerale./ E all’alba si fermò una sensazione di embolia disgraziata /da quando la Bimba, ammainando il gesto,/ si spinse fino ad una strada con candele e magnolie / già con le cose del morire e il freddo addosso.”). Annullarsi e rinascere come l’ Araba Fenice. Forse ora entrambi ballano un tango tra le ceneri. 

Oratorio di San Lorenzo – 2020 – Natale Cannelli
UN TANGO ALL’ ORA DEL TE’ Domenica 30 marzo a Sanremo, Concerto Performance gratuito (ingresso libero sino a esaurimento posti) alle ore 17 all’Hotel Des Anglais con i musicisti Volodymyr Baran (violino), Riccardo Zallio (percussioni) e Ines Aliprandi (cantante, pianista) e i bailarinos di Etnotango Friends Laura Paini Carlo Tagliabue,Anna Cervasio,Alessandro Capellaro,Diego Pavia, Margherita Sorato,Ornella Michol, Antonio Perrone,Paola Libanore, Flavio Cascino,Monica Mantelli. Scenografie: Opere pittoriche di Natale Cannelli.
Costumi: Casa de Tango by Etnotango. Logistica, grafica e immagini: Ippolito Ostellino. Ideazione, voce narrante e regia di Monica Nucera Mantelli. Una co-produzione tra Casa de Tango by Etnotango e Riviera Arts.

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