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Festival di Sanremo 2024 inizio col botto: “IdD” contro “La Sad”

Fuori La Sad da Sanremo: “Non devono salire su quel palco”. Le parole di Ketty Carraffa, (IdD) Italia dei Diritti, che annuncia la protesta all’Ariston, contro il linguaggio sessista del gruppo

Ketty: Dori Ghezzi e Ketti
Dori Ghezzi con Ketty

Lo scriviamo per primi perché Ketty Carraffa è una giornalista che collabora e fa parte della redazione nazionale di Globe Today’s, perché da poco è stata nominata Responsabile nazionale Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti, il movimento nazionale il cui Presidente è Antonello De Pierro e soprattutto perché condividiamo l’impegno nella difesa dei diritti delle donne e del lavoro. La stima e il rispetto nella professionalità e nella correttezza di Ketty, ci danno la certezza che saprà esprimere le proprie opinioni nella maniera più costruttiva, nello scenario della più importante manifestazione canora italiana. (Alberto Lori Direttore Globe Today’s)

Il perché della protesta

Il Festival di Sanremo, piaccia o meno è seguito per cinque giorni da milioni di telespettatori su RAIUNO e in quella settimana è l’argomento più discusso a tutti i livelli in Italia e non solo. In televisione, in radio, sulla carta stampata e online, ma anche nelle case e nelle famiglie dei nostri connazionali. Secondo Ketty di IdD la scelta di Amadeus di portare sul palco dell’Ariston i La Sad, rappresenta una presenza “ingombrante” perché il gruppo milanese usa spesso nei suoi testi un linguaggio sessista, peraltro abbastanza usuale in diversi testi dei rapper.

LA SAD: Theø (capelli verdi), Plant (capelli blu) e Fiks (cresta rosa) ma all’anagrafe sono Matteo Botticini, Francesco Emanuele Clemente e Enrico Fonte

Per questo motivo Ketty Carraffa, Responsabile Nazionale Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti, annuncia un’azione di protesta in quel di Sanremo, proprio davanti all’Ariston. Lo aveva già fatto nel suo impegno sui diritti delle donne e del lavoro nel 2012. Alimentando il dibattito sulla famosa Farfallina di Belene schierandosi contro il linguaggio violento di Junior Cally, seppur “ripulito” per l’occasione.

 L’importanza di una buona educazione affettiva

È innegabile che già da questo inizio d’anno, la cronaca segnala nuovi casi di femminicidio. I rapporti di coppia nel contesto attuale, necessitano di maggiore sensibilità quando toccano temi sociali sensibili come la parità di genere e la violenza sulle donne, appare sempre più evidente l’importanza di una buona educazione affettiva con l’accettazione del rifiuto, in ambito familiare ma anche, nella Comunicazione, Informazione e nell’Arte in generale. L’esperienza di un professionista esperto come Amadeus, dovrebbe, secondo l’Italia dei Diritti, comprendere la gravità della presenza dei La Sad, nel contesto di un evento così seguito e popolare.

Non solo, sempre secondo IdD, che il Festival duri sostanzialmente oltre due mesi e non solo quei cinque giorni, generando profitti per la Rai, servizio pubblico è un bene, ma è cruciale che durante questo periodo la Rai promuova attivamente il cambiamento culturale e linguistico, per attrarre il pubblico giovane e favorire il rispetto nelle narrazioni delle storie delle donne, contribuendo al miglioramento della società futura.

Il pensiero di Ketty Carraffa

 “Io non mi abituo al linguaggio sessista nelle canzoni dei rapper e non esistono giustificazioni dovute alla loro giovane età. Non è possibile che Amadeus, anche alla luce delle critiche già ricevute sui comportamenti sessisti tenuti per descrivere le scelte delle donne al suo fianco, (ora finalmente considerate co-conduttrici e non vallette) o di giovani artisti, ricada nell’errore madornale di far salire sul palco del Festival della canzone italiana, rapper che perseverano nell’abitudine maschilista e sessista, di trascrivere la rabbia generazionale con parole che in qualche modo inneggiano al linguaggio sessista.

Ketty: Ketty
Ketty impegnata anche per il diritto al lavoro

La band La Sad, in gara tra i big, evidentemente avrà ripulito il testo della canzone per il Festival… ma c’è anche chi non dimentica il linguaggio denigratorio al quale, secondo me, i giovani e in particolare le ragazze, dovrebbero ribellarsi, per dignità e non accettare più, per sempre. Abbiamo vissuto il successo della Cortellesi con il suo film emblema contro la violenza sulle donne e la sensibilizzazione che ha prodotto il femminicidio di Giulia Cecchettin. Non possiamo tornare indietro.

Prosegue la responsabile Pari Opportunità

Ascolto la musica dei rapper avendo un figlio diciottenne e mi trovo spesso a discutere sulla presenza in moltissimi testi, di termini utilizzati per parlare di donne, che vengono quasi sempre chiamate “t…e” o “pu…e”, ed avvallano in qualche caso, l’utilizzazione in negativo, del linguaggio e la comunicazione di genere. Il mio impegno non può che proseguire con gli intenti di critica e protesta, valutando le conseguenze di testi terribili scritti nel corso della carriera e le “opportune” differenze apportate per partecipare nella vetrina più famosa e visibile, “ripulite” per l’occasione.

Com’era accaduto per l’edizione sanremese del 2020, con la presenza del trapper mascherato Junior Cally, anche l’edizione 2024, non può cancellare i testi pieni di violenza, sessismo e misoginia, di brani scritti nel passato da gruppo milanese La Sad. È evidente che le canzoni presentate a Sanremo godono di una ripulitura e linguaggio più consono al pubblico nazionalpopolare ma il background “artistico”, rimane. Le parole sono pietre e ci vedremo davanti all’Ariston per protesta, con donne e uomini che non si abituano e vogliono veramente cambiare la cultura e il rispetto al femminile”.

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