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Dialogo con Sara Morchio nel “Salotto di Daniela”

Incontriamo la scrittrice Sara Morchio

Sara Morchio: la scrittrice
La scrittrice Sara Morchio sorridente in un panorama stupendo

Incontriamo Sara Morchio, nata ad Albenga e che vive tra la sua città natale e Genova. Negli anni ‘90 ha collaborato con riviste ad ampia diffusione nel Ponente ligure, seguendo per un po’ di tempo le orme del padre giornalista. Ha pubblicato tre romanzi: La fine del primo cerchio(Europa Edizioni, 2018), Come pezzi di carta sull’acqua (Golem Edizioni, 2021), e Non è ancora buio (Golem Edizioni 2023), L’autrice ha pubblicato anche alcuni racconti.

Sara Morchio sarà presente il 22 agosto a Costarainera alla rassegna letteraria “Libri d’Estate con Le MusE – aperitivo con l’autrice” (parte integrante dell’edizione del 2024 de Le MusE Festival al Femminile) con il romanzo “Non è ancora buio”. L’autrice dialogherà, a partire dalle 18.30, con Gabriella Benedetti, giornalista, e con la sottoscritta, autrice e condirettrice del festival.

Ciao Sara, grazie per aver accettato di partecipare al mio salotto letterario. Leggo nella tua biografia che, oltre ad essere autrice, hai collaborato con diverse riviste liguri. Attualmente, oltre a scrivere, di che cosa ti occupi? Come ti descriveresti? Chi è Sara Morchio?

Ciao Daniela, innanzitutto grazie, sono molto felice di trovarmi nel tuo salotto letterario. Oltre a essere autrice lavoro in ferrovia. Sono una persona curiosa, mi piacciono le novità, le nuove conoscenze, sentire come la vita si trasforma, sebbene molto spesso io viva “fuori dal mondo”: penso alle storie che vorrei scrivere, al libro che sto leggendo e a quelli che vorrei leggere… Cammino, viaggio e adoro il mare, il suo essere sempre diverso… L’amicizia e l’amore sono i pilastri della mia vita.

Nel tuo primo romanzo, “La fine del primo cerchio”, ti sei ispirata al Cammino di Santiago. Come ti è venuta l’idea? Per quale ragione hai scritto questo libro?

Ho fatto il Cammino di Santiago nel 2008. Era un periodo tormentato della mia vita e durante il viaggio ho tenuto un diario. Al ritorno sono stata colpita da un evento luttuoso e traumatico. La forza del Cammino mi ha sostenuto. Questo era qualcosa che gli altri dovevano sapere, volevo dire al mondo che, anche quando ci troviamo nelle situazioni più dolorose, possiamo farcela. Il libro è un viaggio nello spazio e nel tempo. Quando ho finito di scriverlo mi sono resa conto che nel farlo avevo “tolto un tappo”, nel senso che se non avessi scritto “La fine del primo cerchio” non avrei potuto scrivere ciò che è venuto dopo. È stata un’esperienza catartica.

Nel tuo libro successivo, “Come pezzi di carta sull’acqua”, i personaggi sono costretti a fare i conti con il loro passato e con la delusione e la sofferenza per amore. Un tema che in effetti ritorna anche nel tuo ultimo romanzo “Non è ancora buio”. Sembrerebbe un qualcosa che ti sta a cuore, vero?

È vero. Le relazioni ci donano gioia, ma possono anche procurare dolore, delusione, senso di abbandono e di perdita. Quando si soffre ci si sforza di buttarsi tutto dietro le spalle, ma poi ci sono emozioni e ricordi con cui occorre fare i conti, per andare avanti. Penso sia fondamentale saper accogliere il proprio passato, qualunque esso sia, e imparare ad amarlo.

Il tuo ultimo romanzo, un giallo che in realtà è una storia di rinascita, è ambientato nel contesto sindacale. La protagonista è una donna forte e eppure fragile, combattuta tra i suoi sogni e la realtà quotidiana, che fa scelte coraggiose. Ce ne parli?

Nina ha 45 anni e sta attraversando un periodo dominato dalla disillusione. Da ragazza si è innamorata di Paolo, che l’ha tradita. In seguito, all’epoca dell’università, conosce Renato. I due si mettono insieme e molto presto vanno a convivere. Il loro è un amore senza passione, meno “rischioso”, che però colma un vuoto dentro di lei. Nel frattempo, Nina trova un lavoro e smette di studiare. Dopo diversi anni anche questa storia d’amore finisce. Ora vive una relazione importante, ma sospetta che Francesco, l’attuale compagno, le nasconda qualcosa.

Intanto, per fugare l’insoddisfazione legata al lavoro, si è rifugiata nel sindacato, piena di ideali e progetti, ma è rimasta delusa.

All’inizio del romanzo Nina è consapevole del desiderio di cambiamento, tuttavia si trova in una fase di stallo. Sono cose che possono capitare a tutti. A volte gli eventi accelerano la nostra evoluzione ed è proprio quello che le capita. Il delitto in cui si trova coinvolta è una miccia.

E ora la domanda che faccio sempre: scrivere è sempre stato il tuo sogno nel cassetto? Come hai cominciato? Cosa ti ha motivato?

La passione per la scrittura è arrivata durante l’adolescenza. Ho cominciato a tenere un diario in cui scrivevo eventi speciali ed emozioni persistenti, che mi hanno forgiato. Poi, quando ho letto Simone de Beauvoir, Marguerite Yourcenar, Antonio Tabucchi, Gabriel García Marquez…mi ha pervasa la magia della scrittura, ho capito che il mio desiderio più grande era creare almeno un po’ di quella magia.

Che progetti hai per il futuro?

In autunno uscirà un racconto rosa ambientato a Genova inserito in un’antologia edita da Erga Edizioni, sulla scia di “FantaGenova” e “Horror Genova”, a cui ho partecipato nel 2022 e nel 2023. Questo è un momento particolare per me: scrivendo ho percepito una complessità legata allo scrivere, una profondità che ancora non ho raggiunto. Sto leggendo molto e ho alcune idee che vagano nella mente, scrivo brevi racconti incentrati su episodi della mia vita, ma li considero una sorta di “esercizi di stile” per ciò che verrà dopo.

Ci lasci una citazione da uno dei tuoi libri? Qualcosa in cui ti riconosci, che ti rappresenta…

In fondo non vale nemmeno la pena chiedere a qualcuno <Quando te ne andrai?>. Bisogna sapere che succederà ancora, esser pronti a rimanere soli”, tratta da “Come pezzi di carta sull’acqua”

Grazie di cuore, Sara.

Grazie a te, Daniela

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