Colori ed Emozioni: blu il colore della tristezza
Rebecca, che si descrive da sola in calce al primo articolo, propone ai lettori di Globe Today’s una rubrica social completamente nuova, legata alle sensazioni di una ventenne, che vuole in maniera del tutto personale, percorrere un viaggio all’interno di sé stessa attraverso le emozioni che suscitano in lei i colori. Noi abbiamo accettato questa sua voglia e richiesta, perché come testata siamo sempre alla ricerca di idee nuove, di persone nuove e di nuove emozioni. Voi siete i lettori di Rebecca e sarete voi a decidere se la sua scelta è quella giusta.
Blu = tristezza
Blu, è il colore della freddezza, della profondità del mare, del silenzio. Tuttavia, simboleggia anche l’equilibrio, il rilassamento e la calma interiore. La tristezza è un’emozione spiacevole che nasce come reazione alla mancanza, al bisogno di qualcosa o qualcuno.

Come lo capisci quando sei triste?
Come lo capisci, quando sei triste? Cosa senti, dentro di te, quando la tristezza sale e sale ancora?
La tristezza è associata al blu perché è fredda, è spiacevole, è profonda proprio come il mare; sa di silenzio, sa di mancanza. La tristezza destabilizza.
Ci hanno insegnato che con gli altri bisogna essere sorridenti, pure se quel sorriso è stato stampato da una fotocopiatrice e incollato con la colla vinilica sulla bocca. Il problema c’è quando siamo da soli con noi perché quella gioia, quel sorriso, non li vediamo più.
E siamo convinti, così convinti che sono scomparsi, quando in realtà si sono solo nascosti, sicuramente molto bene, ma solo nascosti.
Allora? Come si capisce quando si è tristi?
Lo si può dimostrare col pianto, dove fiumi di lacrime scivolano giù. E le lacrime non nascono solo dagli occhi e non muoiono solo sulle guance ma sgorgano da ogni parte di te.
Sei triste da bambino quando mamma non ti compra le patatine alle 9.00 di mattina perché “è troppo presto, le prendiamo dopo” anche se, quel dopo, non arriva mai.
Sei triste da adolescente quando rompi con la fidanzata. Sei triste perché pensavi, eri così convinto, che potesse durare per sempre.
E, alla fine, sei triste da adulto per tante cose e non ti importa più delle patatine la mattina presto o della rottura con la fidanzata. Pensi che non sono cose importanti, che per essere triste serve di più. Ma il te bambino o il te adolescente non la pensa così. La tristezza è mancanza, è perdita, è dolore.
È uno stato che vivi anche se non vorresti, ma che passa con piccole cose: un sorriso inaspettato, uno sguardo incrociato non voluto ma, in quel momento, necessario. Può tornare, puoi riviverla, poi ripassa e poi si ricomincia. E allora la tristezza è blu; profonda come il mare, necessaria come l’aria.

Mi chiamo Rebecca, ho vent’anni e vengo da un paesino vicino Roma.
Studio, e sono al secondo anno di scienze della comunicazione all’università di Roma Tre.
La mia passione è sempre stata la scrittura e spero che un giorno questa mia passione si trasformi nel mio lavoro.

Studentessa in scienze della comunicazione
