Allergia al nichel: ecco i sintomi ed ecco cosa fare

Oggi la Dottoressa Leslye Pario vi parlerà di allergia al nichel. Numero 28 della tavola periodica degli elementi chimici. Quello che ci preme sottolineare è che Leslye è nella Top Five dei nostri primi autori di Globe. Il suo prezioso contributo, lo potete rivedere tutto cliccando qui sugli articoli fin qui prodotti per noi tutti.
Il nichel
Il nichel è un metallo ubiquitario (n 28 nella tabella degli elementi), si trova ovunque in natura, pertanto è quasi impossibile evitare l’esposizione.
Ti dico già da subito che anche le tabelle che trovi sul web in cui sono riportate le concentrazioni di nichel negli alimenti sono discordanti per il semplice fatto che dipende dal tipo di terreno in cui il prodotto è coltivato.
Inoltre in primavera e in autunno le concentrazioni sono maggiori e le foglie esterne ne contengono in quantità maggiore rispetto alle foglie interne.
L’allergia al nichel
È un po’ particolare rispetto alle altre allergie.
Ha come base una risposta immunitaria ma a differenza delle altre allergie è dose dipendente e si può manifestare in seguito ad accumulo con risposta ritardata.
Se sei allergica alle noci ti basta una piccola quantità per andare in shock anafilattico.
Per quello che riguarda il nichel non è la stessa cosa. I sintomi possono sopraggiungere anche successivamente alla sua introduzione e ad un accumulo nel corso del tempo.
Oltre che negli alimenti (a partire dal suolo, dai fertilizzanti, dai rifiuti etc.) lo troviamo nell’aria, nelle sigarette, nelle stoviglie, nei processi di lavorazione industriali (come l’idrogenazione dei grassi), nell’acqua del rubinetto (20 microgrammi litro max).
Per quello che riguarda le acque occorre anche valutare la qualità delle tubature dell’acquedotto.
In Italia vengono assunti tra 0,3 e 0,4 mg di nichel al giorno che copre ampiamente il fabbisogno quotidiano di 50 microgrammi al giorno. Non esistono infatti sindromi da carenza di nichel.
Qual è il suo viaggio nel nostro corpo?

Il nichel entra nel corpo sia per inalazione, sia per ingestione, sia attraverso la cute.
Viene assorbito dall’intestino (più l’intestino è permeabile e più viene assorbito), dalla pelle e dalla mucosa respiratoria, si unisce a proteine trasportatrici all’interno del sangue e si distribuisce all’interno degli organi principalmente in polmoni, tiroide, ghiandole surrenali, fegato, cervello e reni.
Entra all’interno delle cellule e anche nei mitocondri: questo può determinare la produzione di radicali liberi secondari alla disfunzione mitocondriale e aggravare situazioni come stanchezza cronica, fibromialgia, dolori articolari e muscolari in quanto va ad alterare il mitocondrio che è la centrale energetica della cellula.
Viene eliminato per via intestinale con le feci, per via renale con le urine, con il sudore, con la saliva e con la deposizione nei capelli.
“Il nichel non è tossico di per sé, ma lo diventa solo se il nostro corpo non riesce a gestirlo al meglio”
Epidemiologia
La prevalenza dell’allergia al nichel in Europa è del 15-20% mentre in Italia la percentuale è molto più alta, intorno al 32%. Questo non deve essere un deterrente per non mangiare la verdura mi raccomando! È tutto migliorabile con il giusto approccio.
È più frequente nelle donne rispetto agli uomini in quanto gli estrogeni aumentano la permeabilità delle cellule favorendone l’assorbimento mentre il progesterone favorisce l’ipersensibilizzazione immunitaria.
Manifestazioni cliniche locali
Se sei già stata da un dermatologo è probabile che ti abbia diagnosticato una DAC, ovvero dermatite allergica da contatto dopo un patch test. La caratteristica è che la dermatite si manifesta nella zona di contatto con l’oggetto contenente nichel.
In questo caso il razionale non prevede una dieta ad esclusione del nichel.
Manifestazioni cliniche sistemiche – SNAS
SNAS significa Sindrome Allergica Sistemica al Nichel
Ci sono dei casi in cui la persona sensibile al nichel non ha un eritema nell’area di contatto con l’oggetto, ma in altre aree come ad esempio le pieghe dei gomiti, le palpebre, il collo e l’interno delle cosce, il palmo delle mani, i margini laterali delle dita e le piante dei piedi.
In questo caso si parla di una manifestazione “sistemica” che può essere sia cutanea che extra cutanea.
Spesso non è ancora riconosciuta da alcuni medici perché non è presente nell’ICD10 (in cui sono classificate tutte le malattie).
Ci sono limiti sia nel trattamento che nella diagnosi in quanto gli studi a disposizione sono molto piccoli e discordanti.
Le manifestazioni sistemiche cutanee della SNAS si verificano in zone non a contatto con il nichel e possono essere ad esempio rash cutanei, eczemi, orticaria.
Le manifestazioni sistemiche extra cutanee possono essere disturbi gastrointestinali, respiratori, neurologici (come la cefalea), dolori articolari, fatica cronica, febbre, cistite, vulvo vaginiti, obesità.
Questo non significa che se c’è uno di queste manifestazioni c’è una SNAS.
Prima di tutto ci deve essere una sensibilizzazione diagnosticata e devono essere state escluse altre patologie che possono entrare in diagnosi differenziale.
Cosa significa questo?
Ci sono molte patologie che possono dar gli stessi sintomi della SNAS e per questo prima devono essere escluse. Tra queste troviamo ad esempio la Sindrome dell’Intestino Irritabile, la SIBO, il reflusso gastroesofageo, intolleranza al lattosio, esofagite eosinofila, endometriosi, fibromialgia, tiroidite di Hashimoto.
Cosa fare dopo la diagnosi di SNAS?
Premetto che il trattamento farmacologico non rientra nelle mie competenze.
Per questa ragione segnalo solo l’esistenza di un trattamento iposensibilizzante orale, una sorta di vaccino che però non viene prescritto da tutti gli allergologi, perché la SNAS non è riconosciuta dall’ICD10.
Quello che rientra invece nelle mie competenze è una dieta specifica, o meglio un protocollo specifico di disintossicazione e supporto dell’intestino associato ad una dieta nichel free derivante dalla medicina funzionale.
Ti invito subito di lasciar perdere il fai da te e le liste degli alimenti concessi e vietati per evitare di creare ancora di più confusione. Anche perché difficilmente l’allergia al nichel si presenta da sola. Si possono incrociare altri disturbi come la sindrome dell’intestino irritabile, un’alterata sensibilità al glutine, un’intolleranza al lattosio, fibromialgia…
Date queste sovrapposizioni con questi altri disturbi non è affatto semplice il fai da te.
Il protocollo della medicina funzionale che utilizzo
Non esistono purtroppo ancora abbastanza studi ed evidenze scientifiche a riguardo, e onestamente non credo ne esisteranno mai con dati certi.
Per questo è fondamentale rivolgerti ad un professionista della nutrizione che abbia una visione più ampia, che sappia riconoscere i tuoi sintomi e che non si limiti a darti delle liste di alimenti.
Una recente Review ha concluso che gli interventi nutrizionali possono essere utilizzati per modulare la disregolazione immunitaria, intercettando così il danno cellulare indotto dal nichel. Tra questi interventi nutrizionali ci sono una dieta a basso contenuto di nichel e una dieta ricca di antiossidanti che è sufficiente nel ferro necessario per ridurre al minimo l’assorbimento del nichel. Questi approcci dietetici non solo riducono la probabilità di tossicità da nichel riducendo al minimo l’esposizione al nichel, ma aiutano anche a prevenire il danno ossidativo fornendo al corpo antiossidanti che neutralizzano i radicali liberi.
In letteratura troviamo diversi protocolli da seguire come la dieta Bramani o la dieta a punti.
La difficoltà di stilare un protocollo per le persone con SNAS sta nel fatto che non esistono dosi soglia di nichel standard sotto cui stare per non scatenare i sintomi e soprattutto perché ognuno di noi è diverso.
Occorre considerare la persona come singolo individuo, valutare lo stato dell’intestino, la sideremia, le abitudini dietetiche, lo stato degli organi emuntori e del sistema immunitario.
Io personalmente utilizzo il protocollo derivante dalla medicina funzionale appreso dalla Dr.ssa Francesca Manfra.
Il protocollo E.D.R.S.
“Evitamento – Disintossicazione LIME – Riparazione – Reintroduzione – Sistema Immunitario”
Le prime due fasi evitamento e disintossicazione vengono fatte insieme ed hanno una durata di 15-30 giorni.
L’obiettivo di queste due fasi è quello di ridurre l’introduzione di Nichel oltre tutti quegli alimenti che possono andare a peggiorare la permeabilità intestinale e andare ad aiutare la disintossicazione dell’organismo dal nichel accumulato grazie all’utilizzo di integratori specifici. La disintossicazione interessa il lume intestinale, le cellule, i mitocondri e gli organi emuntori.
Le prime due fasi risultano essere un po’ monotone, è vero, ma alla fine durano al massimo un mese: meglio si fanno e meglio è.
Dopo un mese si passa alla fase di riparazione e di reintroduzione degli alimenti evitati. La reintroduzione prevede i cibi a medio altro contenuto di nichel una o due volte a settimana a seconda dei sintomi e l’utilizzo di integratori volti alla riparazione della permeabilità intestinale. Anche in questo il protocollo varia a seconda della sintomatologia del soggetto.
In sintesi e per riassumere le 10 regole facili da seguire
- Fatti seguire da un professionista della nutrizione che si occupa di questo
- Evita le liste di alimenti SI e NO
- Lascia scorrere l’acqua del rubinetto al mattino (a causa del nichel contenuto nelle tubature)
- Preferisci acqua in bottiglia
- Controlla le tue scorte di ferro (più il ferro è basso più il nichel viene assorbito)
- Controlla in etichetta la presenza di grassi vegetali idrogenati
- Evita i prodotti in scatola e preferisci quelli in vetro
- Evita la carta stagnola
- Scegli stoviglie senza nichel
- Smetti di fumare
